Intelligenza di Comunità
Un nuovo approccio all'intelligenza – non solo - artificiale, centrato sulle persone e sul territorio.
L'Intelligenza di Comunità è un approccio innovativo che mette le persone al centro della trasformazione digitale. Non si tratta solo di implementare tecnologie, ma di creare un ecosistema dove dati e algoritmi sono al servizio della comunità, supportando in modo innovativo soluzioni ai problemi, rispettando le sue peculiarità e valorizzando le sue risorse.
Con l'affermazione della società dell'informazione e di internet, abitata sempre più da sistemi di intelligenza artificiale, è arrivato il momento di guardare al presente ed ai futuri con occhi nuovi, in una prospettiva di ripensamento e riappropriazione del digitale da parte di chi lo utilizza soprattutto nell'interesse dei territori e delle comunità. Crediamo sia possibile creare valore a partire da un nuovo modo di interagire con l'infosfera e gli algoritmi che sono stati e sono certamente motore di progresso, ma anche di tanti effetti non desiderati e spesso non a vantaggio dei più, o anche più semplicemente, non ancora indirizzati verso il bene comune.
Alcune definizioni
- i dati sono risorse profondamente integrate ai processi che li generano, misurano e processano
- gli algoritmi – anche quelli associati al paradigma dell'intelligenza artificiale – sono sequenze di operazioni ripetibili che processano informazioni, spesso parte di sistemi distribuiti e complessi, dotati di materialità e agentività*
Per intelligenza di comunità intendiamo uno spettro molto ampio di pratiche e processi che permettono di far emergere la relazione fra contesti culturali, comunità che li vive, conoscenza e pratiche di produzione della stessa. Pensiamo sia utile andare oltre il concetto di intelligenza collettiva (spesso inerente la mera dimensione sociale e umana dei fenomeni), e superare quelle prime definizioni che associavano ai social network e ad una serie di pratiche puramente estrattive il significato di intelligenza di una comunità.
I nostri principi
Sicurezza
Se buona parte delle nostre esistenze include il digitale, allora la difesa di questo spazio diventa cruciale per la nostra autonomia, cultura e capacità di scegliere, di indirizzare politiche e immaginare futuri. Per questo è necessaria una soglia adeguata di sicurezza delle misure che adottiamo, nonché di protezione per i beni comuni come i dati e gli algoritmi che li processano. Sicurezza implica anche controllo e possibilità di guardare dentro la scatola, che non può più rimanere chiusa o ispezionabile da parte di pochi.
Giustizia
Quando parliamo di tecnologie per la governance dei territori, e per la creazione di senso, nessuno dovrebbe subire gli effetti dell'applicazione di processi e tecnologie che segregano, marginalizzano, escludono, o che producono benefici solo per chi la tecnologia la possiede o la produce.
Sostenibilità
Dobbiamo curare le infrastrutture digitali come tutte le altre, ovvero cercando le performance, ma tendendo ad annullare l'impatto per l'ambiente e per chiunque ne subisca le ripercussioni, ovunque e di ogni tipo.
Partecipazione
La natura ci insegna che gli organismi o le comunità di individui che funzionano bene sono basati sul contributo di tutti i loro membri, per questo crediamo che una direzione di lavoro importante per il digital sia quella di migliorare il coordinamento fra i singoli, fra informazioni, desideri, istanze e decisioni. Non significa superare la democrazia, ma di difenderla da tecnologie e meccanismi che ne possono minare la salute, e che oggi sono responsabili di deformazioni pericolose o che alla meglio, non ci permettono di sprigionare potenziale innovativo.
Etica
Dobbiamo guardare ai sistemi di intelligenza, nello spettro delle loro componenti biologiche, artificiali ed emergenti di qualsiasi natura, con occhio vigile e critico, consapevoli che entrando nei processi, nella materialità e nei rituali avranno un impatto su cultura, politica, e sullo stato di salute dell'equilibrio fra poteri.
Oggi nessuno è in grado di predire oltre con certezza scientifica o anche solo con adeguato livello di confidenza cosa succederà in futuro e quali capacità i sistemi di macchine con attori umani e non-umani saranno in grado di far emergere. Sappiamo però che possiamo disegnare scenari futuri preferibile e tendervi, così come che le tecnologie ed il loro funzionamento dovrebbe sempre trovarsi entro i confini dell'auspicabile. Per questo possiamo agire.
Relaia nasce con l'obiettivo di incentrare il potenziale dell'era digitale a supporto dell'intelligenza delle comunità, per abilitare soluzioni efficaci e locali ai grandi problemi del nostro tempo, fornendo soluzioni sicure, resilienti, sostenibili e rispettose delle specificità territoriali.
* no, i sistemi di intelligenza artificiale non possiedono volontà, non hanno obiettivi né la capacità di provare emozioni o sentimenti. Sono strumenti che eseguono istruzioni, per quanto complesse possano essere.